Bonus affitti? NO! Ci vuole una riforma del mercato immobiliare.

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Premessa

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una marea di bonus e agevolazioni pensate per sostenere i cittadini in diversi ambiti. Ma c’è una categoria che sembra ancora non ricevere la giusta attenzione: chi vive o cerca disperatamente casa in affitto. Tra chi ci abita o cerca casa, ci sono soprattutto persone che vivono situazioni economiche delicate, come pensionati con redditi bassi, disoccupati, disabili, separati con sostegno al reddito, lavoratori precari, part-time o trasferitisti, che spesso si trovano costretti ad accettare condizioni abitative difficili pur di avere un tetto sopra la testa. Ora basta però, è arrivato il momento di parlare di equità anche nel settore degli affitti, introducendo regole chiare da parte del governo a tutela dei cittadini.

L’idea

In parole povere: si dovrebbe istituire una figura ufficiale, tipo un garante o un ente certificatore, che verifichi lo stato degli immobili prima che vengano messi in affitto. Questo controllo servirebbe a garantire che il prezzo richiesto sia proporzionato alle condizioni reali della casa, tenendo conto, ad esempio, dell’efficienza energetica, degli impianti e dei materiali utilizzati. Perché è importante?

Purtroppo ancora oggi, molti affittuari si trovano a pagare cifre elevate per abitazioni che non rispettano standard minimi di comfort ed efficienza. Per rendere ancor più chiara la situazione, vi farò un esempio pratico e abbastanza attuale: se una casa ha infissi vecchi, che non isolano termicamente, il riscaldamento diventa una spesa insostenibile. Basta spegnerlo per un’ora e la temperatura interna crolla, costringendo l’inquilino a tenerlo acceso per lunghi periodi, con bollette salatissime.

Un altro esempio concreto di ”case da incubo” è rappresentato da quelle umide e con muffa (a volte conseguenze del primo esempio). Questi problemi non solo rendono la casa meno confortevole, ma possono anche avere conseguenze gravi per la salute degli inquilini. I rischi principali (fonte Ministero della Salute) di solito includono:

  • Problemi respiratori: la muffa rilascia spore nell’aria che possono causare allergie, asma, bronchiti e altre malattie respiratorie, soprattutto nei bambini e negli anziani.
  • Infezioni e irritazioni: l’umidità favorisce la proliferazione di batteri e funghi, che possono causare irritazioni alla pelle e agli occhi.
  • Peggioramento di malattie croniche: chi soffre già di patologie respiratorie o cardiovascolari può vedere un peggioramento delle proprie condizioni vivendo in ambienti umidi.

Ma oltre ai problemi per la salute, possono anche compromettere la struttura della casa:

  • Deterioramento delle pareti: la muffa rovina intonaco e pittura, richiedendo continui interventi di manutenzione (quasi sempre a carico dell’inquilino).
  • Danni ai mobili: l’umidità può danneggiare mobili in legno, tessuti e altri oggetti presenti in casa.
  • Riduzione del valore dell’immobile: una casa con problemi di umidità perde valore sul mercato, rendendo più difficile anche l’affitto o la vendita.

La proposta

La proposta è semplice: il canone dovrebbe essere definito obbligatoriamente in base alle caratteristiche reali dell’immobile, e non da metratura, rendita, coefficenti o a piacere. Una casa in pessime condizioni come impianti obsoleti, isolamento termico inesistente e materiali datati non può avere lo stesso valore di una casa moderna ed efficiente. Quindi, in sostanza: o ristrutturi casa per migliorarne le condizioni degli inquilini, oppure, devi accontentarti di una cifra più bassa, proporzionata allo stato effettivo dell’abitazione (ad esempio la cifra potrebbe essere calcolata in base al 30-40% della rendita catastale). Solo così, si potrebbe garantire un mercato degli affitti più equo e accessibile per tutti. E poi, ricordiamo che questo sistema non solo tutelerebbe chi affitta, ma incentiverebbe anche i proprietari a investire nella riqualificazione dei loro immobili.

Fermi però, infatti volevo spezzare una lancia a favore dei proprietari che, ove necessario, il governo dovrebbe comiciare ad aiutare concretamente a sostenere una parte delle spese di ristrutturazione, ma con un sistema più immediato: non i soliti bonus con rimborsi dilazionati sul modello 730, che vengono restituiti a rate per anni, ma contributi diretti e immediati proprio per incentivare e accellerare i lavori di riqualificazione. Infine, rappresenterebbe anche un passo avanti verso un futuro più sostenibile. Promuovere abitazioni efficienti dal punto di vista energetico significa ridurre gli sprechi, abbassare le emissioni di CO2 e migliorare la qualità della vita di chi ci abita. E poi, non è proprio l’Europa che ci sprona ad avere una vita più ”Green”?

In conclusione, cari cittadini, secondo noi questa idea di ”riforma” permetterebbe di avere abitazioni più efficienti e garantire affitti più equi, senza gravare eccessivamente né sui proprietari né sugli inquilini.

E tu, cosa ne pensi?

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