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Premessa
Oggi, anche se con grande dolore e tristezza (scrivere mi ha sempre aiutato), desidero condividere la storia di Fiamma, una cagnolina speciale che ha lasciato un’impronta indelebile nella mia vita. Posso affermare con certezza che, per quanto mi riguarda, i cani spesso si rivelano essere migliori delle persone. Sono creature intelligenti, sensibili, leali e incredibilmente protettive. E la mia ”Fiammetta”, ne è stata un esempio perfetto.
L’incontro
L’ho incontrata per la prima volta su un terreno di famiglia, un posto isolato dove spesso mi ritiravo con amici per ascoltare musica. Ero un DJ, anche se di ”nicchia”, e ogni volta che compravo nuovi vinili, li provavo lì, con un generatore e tutta l’attrezzatura necessaria. In quel terreno, una cagna randagia aveva partorito cinque o sei cuccioli. Erano meticci, probabilmente un mix di cane da caccia e ”bastardini”, come quelli che si trovano spesso abbandonati per strada.
Ogni tanto portavamo loro del cibo: crocchette, latte, qualunque cosa potesse aiutarli a sopravvivere. La madre, però, non c’era mai. Forse li aveva allattati e poi li aveva lasciati lì, in mezzo al nulla. Tra quei cuccioli ce n’era una che mi colpì subito: esile, rachitica, pelle e ossa. Aveva anche delle croste sulla schiena, segni di bruciature. Probabilmente qualcuno, con una crudeltà che non riesco ancora a spiegare, si era divertito a farle del male. Ogni volta che portavamo da mangiare, gli altri cuccioli si avventavano sul cibo, lasciandola a digiuno. Lei restava indietro, come se avesse capito di non avere speranza dato che erano più in forma e già in carne.
Una sera, mentre montavo l’attrezzatura per suonare, accadde qualcosa di straordinario. Mentre gli altri cuccioli si affannavano intorno al cibo, lei si avvicinò a me e si sedette vicino a una delle casse. Sembrava ipnotizzata dalla musica, come se il suono la facesse sentire al sicuro. Ricordo di aver detto a un amico: “Guarda questa cagnolina, le piace la techno!”. Rimase lì, immobile, ad ascoltare, ignorando completamente il cibo.
Quando fu il momento di andare via, notai che mi seguiva con lo sguardo, con quegli occhioni pieni di speranza. Sembrava implorare: “Portami con te”. Si avvicinò alla portiera della mia macchina, zoppicando, e io, scherzando, dissi al mio amico: “Vorrei prenderla, ma ho paura che mi faccia la cacca in auto!”. Lei, come se avesse capito, si fermò, fece i suoi bisogni lì sul posto e poi tornò da me, quasi a dire: “Vedi? Non ti sporco l’auto, portami via!”. In quel momento mi si aprì il cuore. Non potevo lasciarla lì.
La portai a casa, e la prima cosa che facemmo fu portarla dal veterinario. Dopo le cure necessarie e un bel bagno, iniziò a riprendersi.
Da quel giorno Fiamma divenne parte della famiglia. Mi seguiva ovunque: al mare, in viaggio, nelle passeggiate quotidiane. Era un cane grato, e la sua gratitudine si manifestava in mille piccoli gesti.
Quando avevo giornate difficili o problemi di salute, lei era sempre lì, a farmi compagnia, a guardarmi come per chiedermi: “Come stai?”. E’ inutile dirvi, che non servivano parole: bastava una carezza per rassicurarla, il calssico ”tranquilla amò, sto bene!”.
Il triste epilogo
Negli ultimi mesi, però, l’età aveva iniziato a farsi sentire. A 13 anni (quasi 14), Fiamma aveva difficoltà a camminare. Le sue zampe posteriori non la reggevano più, e le passeggiate si erano ridotte al minimo. A volte la portavamo in braccio per permetterle di fare i bisogni. Nonostante tutto, non si lamentava mai. Era forte, tenace, proprio come mi dicevano spesso: “I cani prendono il carattere del padrone”. E forse era vero: anche acciaccata non si faceva mettere sotto da nessuno…
In questi ultimissimi giorni, ahimè, la situazione era peggiorata. La notte del 30, alle 4 del mattino iniziò ad abbaiare, un lamento che sembrava un pianto. Passammo la notte accanto a lei, accarezzandola, cercando di calmarla. La mattina seguente contattammo immediatamente il veterinario, ma essendo il 30 dicembre, molti erano in ferie. Dopo mille tentativi, trovammo una dottoressa che, nonostante non fosse operativa, accettò di aiutarci. Venne fino a Manduria, dimostrando una grande empatia. Non dimenticherò mai il suo gesto, quindi, cara dottoressa, se sta leggendo questo racconto: GRAZIE per sua sensibilità!
Purtroppo, però, Fiamma non ce l’ha fatta. Il dolore di perderla è stato immenso, ma so che abbiamo fatto tutto il possibile per darle una vita piena d’amore. Ecco perchè, la mia Fiamma, non era solo un cane, era una compagna di vita, un’anima che mi ha insegnato cosa significa davvero amare e essere amati.
Ora, quando penso a lei, non provo solo tristezza, ma anche una profonda gratitudine. Perché Fiammetta, con la sua forza e il suo amore incondizionato, mi ha lasciato un’eredità che porterò sempre con me.
Riflessione
A proposito di questo, voglio condividere una riflessione importante. Noi, come associazione, cercheremo di fare del nostro meglio per spronare il governo, la regione o le amministrazioni comunali, affinché si crei un vero e proprio pronto soccorso per animali. Attenzione però, non vogliamo che sia solo un progetto di facciata, fatto per arricchire qualcuno, ma un servizio gestito da persone appassionate e competenti, che abbiano davvero a cuore il benessere degli animali. Perché nessuno dovrebbe vivere un’esperienza come quella che abbiamo vissuto noi, specialmente a ridosso delle festività, quando tutto sembra fermarsi e trovare aiuto diventa quasi impossibile.
In conclusione, posso assicurarvi che, per me, le festività non saranno più le stesse. Anzi, ora le vivo con un senso di amarezza, quasi di odio. In quanto, mentre tutti festeggiano, c’è chi soffre, e spesso, oltre ai bambini, ci sono anche i nostri amici animali, le creature più indifese, a pagare il prezzo più alto.
Cara Fiammetta, Il tuo ricordo sarà per sempre impresso nei nostri cuori e nelle nostre menti. Grazie per la tua luce, che ha illuminato le nostre vite. Con immenso affetto, la nostra-tua famiglia.