La meritocrazia nel mondo del lavoro italiano non è mai esistita, e, continua imperterrita a non esistere. Perché? Beh, perché in molti ricoprono ruoli nella società per i quali non sono minimamente qualificati, grazie a:
- Nepotismo: favoritismi verso parenti e amici, indipendentemente dalle loro competenze.
- Raccomandazioni politiche e/o mafiose: accesso a posizioni di potere grazie a legami con la politica o la criminalità organizzata.
- Interessi economici o di scambio “favori”: posizioni ottenute in cambio di denaro o favori.
- Grosse risorse finanziarie a disposizione per autofinanziarsi: possibilità di accedere a posizioni di potere grazie a ingenti capitali.
Inoltre, è parecchio diffusa la pratica di appropriarsi del lavoro altrui senza citarne la fonte, danneggiando chi ha effettivamente prodotto idee e contenuti.
Ecco perché, egregio “signor giudice”, queste condizioni hanno portato il paese a una situazione di stallo, dove la fiducia reciproca è minata e i servizi, in qualsiasi settore, non funzionano come dovrebbero.