Taranto e provincia: lavoro o salute? Una guerra silenziosa che miete vittime tra cittadini.

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Premessa

Il titolo ”Una guerra silenziosa che miete vittime tra cittadini” è volutamente provocatorio, perchè rispecchia la paura e la frustrazione della popolazione Tarantina e tutta la provincia. La chiusura delle fonti inquinanti e la riconversione sono temi che da anni dividono la città, con un’amara ”sensazione” di abbandono da parte delle istituzioni. Proprio qualche giorno fa, una cittadina che ci segue, mi ha inviato su whsatapp una riflessione sulla chiusura delle fonti inquinanti. Uno sfogo duro, crudo e pieno di risentimento verso quelle stesse istituzioni che, invece di affrontare seriamente le sofferenze altrui, sembrano giocare ad arrichirsi. Di seguito, vi trascrivo il messaggio ”anonimo” di questa nostra follower…

Lettera

”…che a Taranto l’inquinamento regna sovrano certo, mio padre fa’ purtroppo parte di ‘quell’esercito’ di ex dipendenti morto per tumore polmonare( ex dipendente Italsider/Ilva). Ma lo stabilimento non l’unica fonte di morte. Qui abbiamo anche l’Eni con le sue dispersioni di Benzene ma nessuno sottolinea questo. Forse per forti poteri di stato. Mio marito è dipendente Acciaieria Italia e conosco bene la realtà lavorativa e non che affronta ogni giorno. Si parla tanto di decarbonizzazione, di forni ad idrogeno ma queste sono solo fumo negli occhi. Gli impianti sono fatiscenti e pericolosamente supersfruttati. Giornalmente la manutenzione ‘tappa’ al meglio i tubi che trasportano gas. Che qualcosa si debba fare ‘sul serio’ è ormai imperativo….ma tutti sono bravi a dire ‘SI DEVE CHIUDERE ‘. Solo 3 parole che fanno solo aria fritta. Chi riscalda le sedie di potere -in primis il nostro sindaco- oltre a pronunciare queste 3 parole deve INIZIARE a pensare ( e mettere nero su bianco ma ci vuole tanto coraggio a farlo) al futuro di tutta la forza lavoro che ogni mattina si sveglia alle 5 del mattino e entra in azienda. Si chiude l’Ilva? Ok, ma ad oggi non c’è un progetto di riconversione occupazionale e sappiamo bene che l’economia della nostra città è fondata solo sugli stipendi degli operai ex Ilva. Ancora non è chiaro ai più che se chiude Ilva tutta la città ‘chiuderà’. Ripeto, anche Eni inquina ma non la menziona nessuno e nessuno pensa al futuro dei dipendenti, al futuro delle loro famiglie. Fanno solo proclami ad alta voce e questo è mortificante…”

Anonima

Riflesioni e opinioni

Prima di procedere all’analisi di questo messaggio, vorrei citare le parole di Cinzia Zaninelli, presidente dell’associazione “genitori Tarantini”, che in un’occasione diede voce alla rabbia dei cittadini di fronte al palazzo comunale: “Questi politici, invece di pensare alle cose serie, giocano a Monopoly con la pelle delle persone”. Questa affermazione mi è rimasta impressa e, aggiungerei tranquillamente che, questa partita sembra non concludersi mai, in quanto mi sa che si sono mangiati anche i dadi e le pedine. Sapete perchè? Semplice: i nostri politici si comportano ormai come imprenditori, invece di svolgere il loro ruolo politico. Ad esempio, come scriveva giustamente la nostra follower, dovrebbero fornire formazione e riqualificazione ai lavoratori per adattarsi alle nuove esigenze europee del mercato del lavoro in caso di chiusura dell’azienda. Invece, secondo me se ne fregano per svariate possibili ragioni, tra cui:

  1. potrebbero non essere volutamente interessati a risolvere il problema perché non è una priorità per il loro elettorato. Inoltre, data la loro elevata condizione economica, in caso di malattie possono permettersi cure e viaggi in strutture mediche all’avanguardia. Spesso chi non è toccato direttamente da un problema ha minor interesse a trovare soluzioni, preferendo occuparsi di questioni più rilevanti per il proprio contesto di vita o tornaconto. ”Pancia piena, testa vuota!”;
  2. avere legami di amicizia o mafiose i cui interessi economici o professionali potrebbero risentire negativamente della chiusura dell’ex Ilva o di altre aziende ”tossiche”;
  3. potrebbero non avere le competenze necessarie per affrontare un problema complesso come quello delle industrie nocive dovuti dall’inquinamento;
  4. quella più meschina, è che temono di perdere voti e di conseguenza la poltrona, se prendono decisioni impopolari, come per l’appunto, la chiusura delle fonti inquinanti.

Fate attenzione però: queste sono solo alcune possibili spiegazioni personali, e che la realtà potrebbe essere molto più complessa.

Coerenza politica

La recente sentenza della Corte Europea sembra aver risvegliato magicamente l’interesse di alcuni politici verso la tutela ambientale, un tema finora trascurato nell’agenda politica nonostante le sue gravi ripercussioni sulla salute pubblica. D’altronde, dietro i fantomatici annunci di questi giorni, si nascondono ancora incertezze e contraddizioni. Infatti, la chiusura delle fonti inquinanti, pur enunciata, non è ancora accompagnata da misure concrete. Nel frattempo però, la popolazione continua a soffrire gli effetti dell’inquinamento sulla propria salute, vivendo nell’ansia per possibili malattie o ripercussioni occupazionali. Occorre tradurre le parole in fatti, adottando con urgenza un piano organico per risanare l’ambiente e tutelare contemporaneamente lavoro e salute dei cittadini.

Monocultura

Forse è il momento di ribadire questa verità scomoda, ma sacrosanta: l’Ilva non è l’unica realtà che sostiene l’economia di Taranto. Esistono infatti numerose altre aziende sul territorio che danno lavoro a molti cittadini e si impegnano a far crescere la comunità locale, nonostante talvolta operino in perdita. Purtroppo, al di là delle solite aziende di rilievo, il tessuto economico e sociale risulta in larga parte indebolito e impoverito, sopratutto per i piccoli commercianti, causando sistematicamente povertà e degrado generale.

Danni collaterali

Ad esempio, perché secondo voi la sanità pubblica tarantina va allo sfascio? Semplice, sono i danni collaterali! Ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale o contraria. A Taranto e provincia siamo pieni di malattie e patologie, cosa si aspettavano, che i cittadini si riversassero in macelleria per curarsi? Ecco, questo dovrebbe far riflettere: non facciamoci la guerra tra chi deve portare il pane a casa e chi preferisce la salute, questo è il loro gioco, costringerci a partecipare a una guerra fratricida. Non deleghiamo più, partecipiamo attivamente e informiamoci sul percorso politico intrapreso negli anni, solo così, in questo modo, possiamo stabilire le nostre regole e non farci più manipolare.

Situazione ENI

Infine, permettettemi di farvi notare che l’ex Ilva non è l’unica fabbrica che causa morte e degrado. Anche la nostra ”amata” ENI contribuisce a questa situazione, poi tenete presente che, con questultima sentenza della corte di giustizia europea, non ha bastonato solo l’ilva, ma tutte le eventuali industrie velenose sono orami sotto l’occhio del ciclone, quindi tranquilli, prima o poi se rimaniamo uniti cadranno tutti. Inoltre per concludere, c’è un’ulteriore beffa: nonostante l’Ilva non produca nemmeno una forchetta nelle aziende del tarantino, noi, che ospitiamo una raffineria, dobbiamo affrontare anche i prezzi elevati per la benzina.

Epilogo

Praticamente, siamo ostaggi nel nostro stesso territorio, e, gran parte delle risorse finanziarie individuali vengono assorbite dalle spese per la salute, i beni di prima necessità e le tase, lasciando poco margine per il risparmio o il miglioramento della propria condizione. Sarebbe lecito e opportuno interrogarsi se un simile stato possa proseguire ancora a lungo o se non sia necessario un cambio di rotta che restituisca slancio e prospettive alla popolazione. Possiamo soprav-vivere ancora così nel 2024? Cari concittadini, è tempo, per l’ennesima volta, di prendere coscienza che questa terra è la nostra casa e i nostri governanti sono semplicemente dei nostri ”dipendenti” posti a servizio dei cittadini e che il potere risiede nel popolo. Sta a noi vigilare affinché i nostri rappresentanti governino nell’interesse della collettività e nel rispetto del bene comune. Solo restando uniti e partecipi possiamo salvaguardare il nostro territorio e far sentire forte la nostra voce.

🆘𝐂𝐎𝐍𝐃𝐈𝐕𝐈𝐃𝐈𝐋𝐎 𝐒𝐔⤵️
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